Avrebbe introdotto nella casa circondariale panetti di marijuana
Arrestata con l’accusa di avere portato droga, per lo spaccio, dentro il carcere di Rovigo. Inoltre, avrebbe cercato di aiutare un detenuto a comunicare con l’esterno. Queste le accuse con le quali è stata arrestata una operatrice sanitaria di 43 anni.
“Il Comando di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Rovigo – conferma la nota stampa del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – a seguito di una complessa attività di indagine di polizia giudiziaria, ha arrestato in flagranza R.M.D., nata nel 1982, operatrice sanitaria, per avere, secondo le contestazioni, detenuto a fini di spaccio complessivi grammi 209,7 lordi di sostanza stupefacente di tipo hashish, suddivisa in due panetti ed occultata nella borsa portata dalla suddetta all’interno della casa circondariale di Rovigo, e 11,30 grammi lordi di sostanza stupefacente di tipo marijuana reperiti nell’autovettura della stessa, delitto aggravato perché commesso all’interno di struttura. I fatti si sarebbero verificati il 18 novembre”.
Alla stessa è anche contestato, in ipotesi accusatoria, il delitto di cui all’art. 391 ter c.p. in relazioni a condotta volta a procurare a detenuto recluso all’interno della Casa Circondariale di Rovigo un dispositivo idoneo ad effettuare comunicazioni con l’esterno.
Le operazioni in questione – prosegue la ricostruzione della polizia penitenziaria – svolte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rovigo, hanno impegnato in modo diretto e significativo gli uomini e le donne del Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Rovigo, i quali hanno operato con elevata professionalità e competenza e grande spirito di abnegazione, a testimonianza del ruolo centrale della Polizia Penitenziaria nell’assicurare legalità e sicurezza all’interno degli Istituti Penitenziari, nonché dimostrando capacità investigativa in un contesto molto complesso. La Procura della Repubblica ha richiesto al Gip la convalida dell’arresto e misura cautelare degli arresti domiciliari. Il procedimento è in fase di indagine preliminare e la responsabilità penale può essere provata solo a seguito di sentenza passata in giudicato.
Con questa operazione il Reparto di Polizia Penitenziaria di Rovigo ha dimostrato di saper contribuire, in modo decisivo, all’interruzione di condotte illecite e al mantenimento dell’ordine e della sicurezza all’interno dell’Istituto”(polesine24)

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