Pensioni: si va verso l’esclusione delle forze armate e di polizia dall’aumento dell’età per vecchiaia
Pensioni: si va verso l’esclusione delle forze armate e di polizia dall’aumento dell’età per vecchiaia
La norma era spuntata un po’ a sorpresa.
Un aumento di tre mesi dell’età di pensionamento degli uomini in divisa, sia che si trattasse di poliziotti, di carabinieri o finanzieri, da aggiungere ad altri tre mesi di adeguamento dell’età alle aspettative di vita a partire dal 2028 (un mese in più dal 2027).
Un blitz che aveva colto di sorpresa anche i sindacati del comparto, da tempo impegnati su una trattativa di un aumento dell’età su base volontaria e non obbligatoria.
Gli emendamenti alla legge di bilancio
Adesso il Parlamento si prepara a discutere la cancellazione della norma inserita dal governo nella manovra di Bilancio.
Tra gli emendamenti segnalati in Commissione Bilancio del Senato, ce ne sono diversi che chiedono la soppressione dell’articolo che alza di sei mesi l’età di pensionamento delle forze di polizia.
Alcuni hanno firme di peso, come quella del capogruppo alla Camera della Lega Nord, Massimiliano Romeo.
D’accordo anche le opposizioni
Un punto su cui anche l’opposizione si è schierata compatta. In realtà tra gli emendamenti sopravvissuti alla mannaia delle “segnalazioni”, tra i quali dunque emergeranno le principali modifiche alla manovra, c’è un corposo pacchetto di proposte della maggioranza che riguardano le forze dell’ordine e che accolgono le sollecitazioni arrivate da alcuni sindacati, come il Siap e l’Anfp.
Nuovi stanziamenti per gli straordinari
C’è, per esempio, la richiesta di uno stanziamento per poter pagare gli straordinari già effettuati (ma anche quelli futuri) delle Forze di Polizia.
Difficile persino pensarlo, ma il pagamento delle ore extra di servizio prestate dalle forze dell’ordine è fermo al 2023.
«Un segnale di scarsa attenzione verso donne e uomini che, con senso di responsabilità e sacrificio, sopperiscono quotidianamente alle carenze di organico e ai crescenti impegni operativi», hanno scritto in una lettera inviata ai segretari dei partiti e ai capigruppo di Camera e Senato da Giuseppe Tiani e Enzo letizia, rispettivamente segretario generale di Siap e di Anfp.
Il fondo per la specificità
Un altro emendamento della Lega, firmato da Marco Lisei e Matteo Gelmetti di Fratelli d’Italia, prevede la costituzione di un fondo straordinario di 200 milioni di euro per riconoscere la «specificità» del lavoro delle forze di polizia delle forze armate e dei vigili del fuoco.
Il fondo, istituito presso il ministero dell’Economia, dovrebbe finanziare gli istituti normativi, cioè le regole sul rapporto di lavoro, e i trattamenti economici accessori (come le indennità) per il personale delle Forze armate, Forze di polizia e Vigili del fuoco.
Le risorse dovranno essere prioritariamente indirizzate per la valorizzazione de i servizi di natura operativa (quindi chi opera “sul campo”).
Il calcolo dell’assegno pensionistico
Diversi emendamenti segnalati, tra i quali uno a firma del capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, affrontano il tema dell’importo delle pensioni dei militari e dei poliziotti.
È una questione anche questa molto sentita dal comparto.
Proprio in virtù del fatto che poliziotti e militari vanno in pensione prima (60 anni rispetto ai 67 degli altri lavoratori), sono penalizzati nel calcolo dell’assegno dall’applicazione del sistema contributivo.
Come funziona il calcolo?
I contributi versati negli anni vengono “trasformati” in pensione tramite l’applicazione di un coefficiente detto, appunto, di trasformazione.
Più si è giovani quando si lascia il lavoro, più questo coefficiente “taglia” l’assegno per spalmare i contributi versati su più anni.
Uscendo a 60 anni, poliziotti e militari percepiscono una pensione ridotta.
Fonte: Il Messaggero

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