VI Consiglio regionale Piemonte ad Avigliana: la storia del SAPPe



Consiglio regionale SAPPe in Piemonte: il carcere non può essere soltanto una discarica sociale

Ad Avigliana, in provincia di Torino, si è svolto nei giorni scorsi il VI Consiglio Regionale del SAPPE, il primo e più grande sindacato della Polizia Penitenziaria, sia a livello nazionale che regionale.
Un appuntamento di grande rilievo per il comparto, che ha messo al centro il tema cruciale del carcere come istituzione in crisi, soffocata da carenze strutturali e scelte giudiziarie discutibili.

Temi trattati: emergenze operative, organici in affanno, mezzi di difesa inadeguati e soprattutto la questione delle cosiddette “sliding doors”, ovvero ingressi e uscite fulminee dal carcere per arresti in flagranza che si risolvono in poche ore.

Sliding doors e suicidi in carcere: l’allarme del consiglio regionale SAPPe

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, ha lanciato un messaggio chiaro: “Non è più accettabile utilizzare la custodia cautelare in carcere come prassi automatica per poi rilasciare le persone dopo poche ore”.
Il riferimento diretto è al caso drammatico avvenuto nel carcere di Torino, dove un giovane trattenuto per poche ore in attesa di convalida si è tolto la vita.
Una tragedia che ha rilanciato la riflessione sulla gestione degli arresti temporanei.

Capece ha chiesto al Provveditore Regionale, Mario Antonio Galati, di farsi portavoce presso le Procure per promuovere un uso più ponderato delle misure cautelari, privilegiando – dove possibile – alternative come gli arresti domiciliari o l’obbligo di firma.
Un invito a riconsiderare prassi giudiziarie che, oltre a sovraccaricare il sistema penitenziario, possono avere conseguenze umane drammatiche.

Sicurezza e dotazioni: le richieste del consiglio regionale SAPPe per la Polizia Penitenziaria

Il Consiglio è stato anche l’occasione per rilanciare le richieste storiche del SAPPe: più agenti, più formazione, più strumenti di difesa.
La proposta concreta è l’introduzione di armi non letali come i flashball e i bolawrap, già in uso in Francia e in alcune polizie italiane.
Non armi da fuoco, ma strumenti di contenimento pensati per ridurre i rischi durante rivolte o situazioni di resistenza passiva, che con il nuovo Decreto Sicurezza rientrano ora tra i reati.

Il consiglio regionale SAPPe denuncia carenze di organico e sovraffollamento

Capece ha inoltre sottolineato l’importanza della Polizia Penitenziaria anche fuori dagli istituti, ricordando che in Piemonte sono quasi 10mila le persone seguite nei percorsi alternativi al carcere.
Una realtà complessa, che richiede risorse dedicate e riconoscimento del lavoro svolto anche nell’ambito dell’esecuzione penale esterna.

Il Provveditore Galati, presente ai lavori, ha accolto con attenzione le richieste del SAPPe.
Ha assicurato un impegno concreto per sensibilizzare la magistratura sul fenomeno delle “sliding doors” e ha promesso di sollecitare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché i nuovi agenti in uscita dai corsi di formazione siano assegnati anche agli istituti piemontesi, oggi tra i più sotto pressione in Italia.

I dati aggiornati al 2025 parlano chiaro: nelle carceri del Piemonte ci sono oltre 4.700 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di poco più di 3.200 posti.
Gli agenti in servizio sono meno di 2.600.
Il rapporto tra detenuti e personale è tra i peggiori del Paese.
Una sproporzione che trasforma ogni episodio critico – rissa, aggressione, rivolta – in una vera emergenza.

Consiglio regionale SAPPe: Capece chiede un cambio di rotta

Il Consiglio ha avuto il merito di riportare l’attenzione su un mondo spesso dimenticato, dove ogni errore può costare vite umane e ogni sottovalutazione può trasformarsi in tragedia.
Il SAPPe, ancora una volta, ha dimostrato di essere la voce più forte e più ascoltata della Polizia Penitenziaria.
In Piemonte come in tutta Italia.

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