La prima stanza dell’amore in un carcere italiano
La Casa circondariale in Umbria applica la sentenza della Consulta del 2024. Un letto matrimoniale, un bagno, un televisore, due sedie e un tavolino. E sulle pareti un murales di cuori, cigni e una scritta: “Ti amo”. Immaginatela così la prima stanza dell’affettività allestita in un carcere italiano. Questo “piccolo miracolo organizzativo”, per dirlo con le parole del garante dei detenuti dell’Umbria, Giuseppe Caforio, è nato nella casa circondariale di Terni. I detenuti della Manutenzione Ordinaria Fabbricati (il Mof) hanno imbiancato il locale, ricavata accanto all’area colloqui con gli avvocati, ci hanno costruito una doccia e uno di loro poi, che ama la pittura, ha dipinto sulle pareti il murales d’amore. Sperando magari un giorno di entrarci lui.
Colloqui intimi nella stanza dell’amore: il primo caso a Terni
Il primo ad avere un colloquio intimo con la propria compagna è stato un recluso campano di sessant’anni che due mesi fa aveva vinto un ricorso al tribunale di Sorveglianza di Spoleto. Il giudice Fabio Gianfilippi aveva accolto la sua lagnanza dicendo che sì, in base alla sentenza della Corte costituzionale del gennaio 2024 che dichiarava illegittimo il divieto alle visite in carcere dei propri partner senza la sorveglianza a vista della polizia penitenziaria, il detenuto aveva diritto a incontrare in privato la sua compagna. Al carcere di Terni aveva dato due mesi di tempo per correre ai ripari e trovare un locale adatto. Appena scaduto il termine, le linee guida stilate arrivate dal Dap sono state l’ultimo tassello che mancava per consentire il colloquio.
Stanza dell’amore: privacy, sicurezza e primi bilanci
E così stamattina il detenuto e la sua amata hanno potuto trascorrere due ore assieme nella prima stanza dell’amore italiana senza telecamere né secondini, con la porta chiusa ma non a chiave e fuori un agente a piantonare. I due sono stati perquisiti prima e dopo il colloquio e così pure la camera.
“Ho fatto un sopralluogo ed è un buon inizio. Tutto si è svolto in maniera regolare, come sperimentazione è andata molto bene”, ha spiegato Caforio che, insieme all’avvocato del detenuto, Paolo Canevelli del foro di Roma, ha preferito non rivelare altri dettagli per tutelare la privacy delle persone coinvolte. Nei prossimi giorni, già dalla prossima settimana, ci saranno altri incontri. Il secondo detenuto a usufruirne sarà un romano cinquantottenne della media sicurezza, recluso dal 2024 per reati legati agli stupefacenti.
Nuove richieste per la stanza dell’amore: servono fondi e personale
Le richieste dei detenuti sono molte. La stanza dell’amore di Terni può ospitare fino a tre colloqui al giorno, ma al momento viene utilizzata solo per uno. È l’unica in tutta l’Umbria, una delle trentadue che a livello nazionale consentiranno i colloqui intimi. A fronte di circa 17mila detenuti che, secondo la sentenza della Consulta, le linee guida e i calcoli del Dap, avrebbero diritto a prenotare la stanza dell’affettività.
“Ne servono altre – spiega ha spiegato il Garante – perché ci sono sempre più richieste da parte dei detenuti. E servono fondi per garantire parità nell’accesso ai diritti. C’è un problema di carenza di personale – ha aggiunto Caforio – anche perché per chi entra in carcere per questo tipo di colloqui è necessaria una perquisizione molto approfondita. In carcere entra di tutto: cellulari, droga. Bisogna approntare un sistema di verifica efficace. Oggi è stato fatto”.
fonte: La Repubblica

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